Leggevo in questi giorni su un articolo, possibilità relative, psicologicamente parlando, al senso della vita. Anche Vasco ci si era messo e aveva espresso la sua opinione con parole e musica. Oggi con appunti e parole sento di dire qualcosa.
L’approccio psicologico, per cui anche la programmazione e realizzazione di interessi e progetti ha un suo rilievo, spesso si abbina con un approccio di tipo sociale, in cui però, a seconda di diversi fattori, ad esempio della cultura o dell’educastrazione (mi perdonerà Brizzi se lo cito) possono assumere scenari notevolmente diversi.
Inutile citare dogmi o concetti di appartenenza religiosa o politica, che vengono presi ad esempio quasi più per maggioranza che per semplice abitudine. Nell’ambito del campo energetico che sto studiando in questo periodo, ho scoperto quanto il senso e lo scopo della vita sia semplice e profondo al medesimo tempo. Essere felice.
Già. Essere felice. Ma cos’è che ci rende felici? Provando a togliere tutto ciò che non si può tenere in mano, nel portafoglio o nel conto corrente, possedere in senso stretto o relativo, gratificazioni di vario genere, sia materiali che emotive, realizzazioni di progetti che davvero non siano un giorno sottoposti a dubbio, e potrei veramente continuare…, cosa rimane?
Tornando su causa ed effetto, cosa è davvero la felicità e anche lo scopo o il senso delle nostre vite, se poi davvero cambia, sulla base di condizioni come a seconda dell’età e dell’esperienza?
Guardando gli occhi di questo dolcissimo angelo custode, riesco ad avere delle mute risposte. Mute, perché non vi è descrizione alla fede. Lo specchio della fede, di cui il cane domestico è l’esempio indiscusso, sottolinea il valore che per un essere vivente, ingiustamente considerato inferiore all’umano, può avere la vita. Nonostante la condizione. Inutili E orribili i neologismi e i modi di dire che terminano con “…come un cane”.
Aspettare, per esempio. E vivere. Vivere davvero. Il presente. Il momento presente quale il qui e ora. Quanta gioia in una cosa semplice, niente di scontato, entusiasmo, onestà, quella vera. Solo un cane può insegnare l’onestà, visto quel che succede nei tribunali e negli ambienti educativi… Servire l’uomo che lo ha sequestrato dalla propria famiglia, con amore e totale dedizione, rischiando la vita per la propria coerenza, una coerenza che non cambierà con l’età. Un valore impresso che resterà fino all’ultimo giorno. Non una relazione fallita o un cambio di stile di vita o di ideale farà cambiare il senso della vita di questo essere superiore.
Quanti esempi e quanta lezione di vita in uno sguardo così.
Questo articolo continuerebbe senza essere mai soddisfatto sulla sua completezza per anni…
Ringrazio Lilly, angelo custode di 9 anni, e ringrazio mia sorella che si è fatta scegliere da lei affinché potesse vegliare silenziosamente o meno, a distanza o in presenza, gratuitamente e senza nulla in cambio, sulla vita della sua famiglia.