La magia ha sempre un prezzo. Già. Sempre. A volte minimo, mai nullo. Qui non si fa niente per niente, il vecchio detto suona come un proverbio anche in questo caso. Il tentativo di modificare la realtà a proprio piacimento ha delle conseguenze.
D’altronde in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. E la trasformazione è parte della nostra natura. Ampiamente visibile in diverse forme di vita, umana, animale e vegetale.
Scegliere di trasformare per mano propria e con responsabilità piuttosto che delegare nascondendosi.
Magia bianca, rossa, nera. Tre colori che distinguono la luce, dal sangue, dal buio. Non è questo il luogo in cui descrivere il noto. Noto per chi ha coscienza di ciò che è possibile fare, a cui si preannuncia la scelta del poter fare, del dovere o meno, della possibilità, dell’effettivo bisogno. Noto è anche il distinguo tra il trovare scorciatoie, mai efficaci a lungo termine, ed il fare la fatica di resistere nel lungo processo dell’agire in maniera tradizionale.
Chiaro che se esiste un motivo c’è. Ed esattamente come la materia, che contempla il vuoto e l’antimateria, esse esistono anche se non si vedono. Ma nell’esercizio di vivere secondo le regole della Verità, certe azioni comunque fluiscono ed ottengono le conseguenze tipiche dell’immettere nel flusso una forza che possa generarvi una reazione esatta e contraria, come la legge del Karma insegna. Di qui il problema del colpo di ritorno. Che non sempre colpisce l’esecutore, il mago o l’artefice di turno, ma anche il mandante. Un po’ come tagliare la strada passando dal roveto. Inevitabile e innegabile l’arrivar prima rispetto alla normale strada, ma con le gambe ferite. E a volte le cicatrici rimangono per sempre.