Negli ultimi giorni ho cercato di distrarmi documentandomi. Scienza dello spirito, mente quantica, e l’esperienza di ciò che mi accade intorno. Alcune parole, alcune tematiche mi sono rimaste molto impresse. Prima di tutto il ruolo, inesorabile, che la mia specie ed i miei simili presto o tardi devono comprendere. Questa una considerazione legata alla condizione, per cui difficilmente un nano gioca in NBA, o si celebra campione di salto in alto. La condizione della mia specie è una particolare caccia al tesoro per capire, innanzitutto, di essere in schiavitù, e del come utilizzare tale scenografia a favore di un’evoluzione, una fuga da quel recinto le cui cancellate basse non stimolano la voglia di scavalcare.
Nessun miracolo comunque, nessun asino che inizi a volare. Accettare che il proprio ruolo sia considerabile in base alla condizione umana, non divina o angelica, terrestre, e non aliena.
Poi gli “idealismi”, cibo pregiato prodotto dal potere per dividere e disgregare, dall’effetto speciale e nutritivo capace di spegnere l’”io sono”. Ogni tipo di idealismo è confezionato meticolosamente e perfettamente a priori per il divide et impera. Questo lo considero un aiuto per riconoscere ogni schema esterno che identifichi, escluda e divida. Anziché unire. Già. Perché in questa società poche cose uniscono, anziché separare. Separazione. Vedi politica, calcio, antropologia, società, estrazione, preferenze… Spesso questo e quell’idealismo aumentano la follia del senso di giustizia autonomo e individuale che regna creato nelle menti istruite e programmate delle persone.

Poi consolido quell’idea che non ci sarà nessuna Apocalisse, nessun evento di rinnovamento catastrofico come da cinematografica interpretazione della parola. In realtà il suo vero significato, “rivelazione” calza perfettamente con il mio sentire, tralasciando il me masochista e lilithiano. La rivelazione coinvolgerebbe le verità che potrebbero emergere proprio nel momento prima dell’estinzione. Le rivelazioni potrebbero essere scomode come la verità, quella che viene disinformata o sbattuta in faccia come paradosso proprio per dividere. Potrebbe essere una terza guerra mondiale, una spersonalizzazione o automazione vinta dalla I.A., una carestia, un soccombere infine alle armi utilizzate per spremerci, come un altro tipo di morte fisica per asfissia. Quella che troppe volte ho visto in vita mia, anche quest’anno, triste verità della natura. Eppure in punto di morte capita di vedere “le cose reali”, evento generatore di stupore, calore, serenità, meraviglioso benessere e gioia, anche in una condizione terminale.
Poi un altro lato più aderente a questo cammino, ciò che per altri studi avevo già approfondito, ma probabilmente non in maniera adeguata. Il Veicolo. Ogni volta che siamo veicoli, nel bene e nel male di questa dualità, e nella perenne dubbiosità della provenienza della fonte, o della veridicità del verdetto. Oltre alla evergreen, “intervieni, aiuta, solo se richiesto”, già la gratuità suona a fregatura persino su Temu. E nel percorso di aiuto che sto sperimentando con il cervello quantico, mi rendo conto sempre più di un’ipnosi collettiva di cui a questo punto spero vivamente di non essere toccato.
Il mio veicolo è attirato da me, che sia Adonay o Baal, dipende da me. Vale la pena impegnarsi.

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