E’ passato quasi un mese dalle ultime riflessioni che ho avuto modo di esprimere qui, è mancata la possibilità di mettere insieme ciò che giorno per giorno succedeva, e come anno bisesto insegna, parecchie esperienze anche negative hanno mantenuto alta la mia ritmica e incessante salita…
Un piccolo fastidio al centro della spalla sinistra si trasforma in poche ore in un lancinante quanto estenuante dolore che mi impedisce di muovere il braccio, e che alle 4 di notte mi fa alzare considerando la mia fine, o la richiesta di un aiuto. A quell’ora chiamare un’ambulanza voleva dire svegliare e spaventare il nonno e non me la sono sentita. Mi sono lavato e vestito, con estrema difficoltà, per il braccio impossibile da muovere autonomamente, e guidando con un solo braccio sono arrivato al pronto soccorso. Immediatamente pressione ed ECG attestavano il codice di gravità poco alto, e da lì alle 8 e 30 che aprivano gli ambulatori mi sono trascinato da una sedia all’altra, fino a quella visita che sanciva un’infiammazione alla spalla, la cui puntura di voltaren nel sedere cominciava in mezz’ora ad affievolire leggermente. Indi per cui era muscolare e non cardiaca. Ma l’incapacità di muoversi rimaneva, così come l’intensità del dolore. La prescrizione di un’ecografia insieme alla mia scelta di effettuare analisi ematiche, mi ha portato nel pomeriggio in un altro viaggio verso la clinica privata, per avere l’esito che mi serviva per capire se sarei stato in grado di andare l’indomani alla residenziale del fine corso di quantistica che stavo seguendo dal 2019, arrivato ora all’appuntamento di chiusura del terzo e finora ultimo ciclo.

Fuori da quell’hotel di Pesaro, sul mare, si respirava la rimini di 30 anni fa, con poca gente e pochi servizi, parcheggi liberi, spiaggia oltre ai cespugli che fuoriesce di abbondante sabbia dorata dal marciapiede e dalla ciclabile, tripudio di Lantana nelle fioriere circostanti. L’esperienza che ero lì a fare come da aspettativa si è dimostrata straordinaria e molto interessante, semplice e piacevole, ardua e fattibile, con un gruppo di persone che non superava le 40 unità, per cui con molti di quei colleghi l’iniziale mio isolarmi del giovedì si è trasformato in gradevole affetto e familiarità entro la domenica. Una parte effettuata in “trasferta” ci ha fatto visitare un’oasi ecologica dove l’elemento fuoco mi ha sorriso e richiamato, e l’anima del cavallo per la prima volta nella mia vita, si è presentata salutandomi. Riesco nel giorno seguente a fare in una piccolissima pausa quello che probabilmente è l’ultimo bagno al mare della stagione. Per chi come me è nato al mare, fare il bagno è un rito annuale che va scandendo il luogo così come il tempo. Alcuni temi di quell’esperienza mi sono rimasti più impressi di altri. Sicuramente la considerazione che lo spegnimento dell’ego e della mente siano le prove più difficili per vibrare verso stati di visibilità sempre inferiori, a frequenze più alte, percepibili appunto con sensi che non hanno traduzioni letterarie esemplificativi.
In un momento di ispirazione ho scritto: …”quando capisci che tutto ciò che vedi con questi occhi è a noleggio, in prova”…
Ed il messaggio lasciato nello scrigno per un prossimo viaggiatore, “benvenuto/a, sei qui per te, solo per te e solo te ritroverai cercando tanto in alto quanto in basso, oltre il confine dello specchio”. Cose importanti che hanno fatto giustamente il loro corso tanto quanto definire parti di me sono state lasciate andare nella terra e a rigoglio del nuovo crescere depositate dove non saprò e non dovrò più cercare, come rituale di rilascio per fare spazio al nuovo.

Una situazione molto stressante su mie particolari lacune mi ha portato a riflettere sul fatto che sono io stesso che mi preoccupo di “cosa ancora dovrei dimostrare”, e su come gli alterchi e le incomprensioni, per non parlare dei contrasti che mi tengono bloccato, o che faccio in modo che mi incatenino, possono ledere la mia capacità di “addentare con gusto la vita”, rendendomi apaticamente voglioso di lasciare il gioco, divenuto una gara, una guerra a cui non voglio più partecipare. In questa incarnazione pago nella luce tanta oscurità precedente, e con un’anima in particolare ho perso su tutta la linea, ho espresso la mia resa, ho perso e non voglio rivincite, non voglio e non vorrei pagare nuovamente in una dinamica che si ripete, così come succede verso altre anime, il cui amore diventa astio nei miei confronti, e inizio davvero a capire il perché, antico probabilmente, o parallelamente grave come da indicazioni ricevute.
Una leggenda giapponese narra che la persona che sei n questo presente, sia la stessa che hai amato di più nella tua vita. Interessante, e sebbene ci siano anche altri approfondimenti sulle anime che si incontrano per l’eternità, nei ritorni in carne smemorati e confusi, ci sono anche abbinamenti il cui servizio è sicuramente necessario. Quindi dopo diversi giorni riesco a lasciarmi momentaneamente dietro un ascesso alla gengiva e gli spasmi muscolari, divenuti insostenibili, le cui motivazioni sopra erano enfatizzate dallo stress che io stesso avevo messo in scena soltanto per me. Poi dopo Bologna, Bastia Umbra, dove ho richiesto lo scorso anno i miei documenti smarriti a Napoli. E siamo ancora qui a giocarci l’esperienza che dietro la vendita nasconde l’insegnamento più grande che ci sia.
La visione allo specchio che ogni altra persona è parte di te, è un altro te.

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