Mi trovo a fare la considerazione se è giusto ricevere. Che sa un po’ di merito. Un bel po’ ne sa in realtà. Uscendo dall’inutile preconcetto per cui “meritare” possa essere sinonimo di qualcosa di bello, ritengo perfetto allora confermare l’esattezza della considerazione. Ci capita sempre ciò che ci serve, e che andiamo anche attirando. E sono due dinamiche diverse, a volte coincidenti. Coincidono solo nell’equilibrio. Difatti gli equilibri sono due, spesso tocchiamo quello basso, per cui la legge di Murphy la fa da padrona.
Ritengo di meritare esattamente ogni singolo istante di ciò che mi succede, specialmente ciò che non mi piacerebbe, ma di cui il piatto è solitamente pieno, e che, esattamente come un ingrediente snobbato, può anche avvenire l’evento per cui lo si vada ad apprezzare. E sono ancora fortunato, molto molto fortunato.
Sono solo all’inizio del percorso, ho diversi depotenziamenti da identificare e sciogliere per non toccare soltanto l’insegnamento all’equilibrio basso. Ho la fortuna di essere una persona che da sempre ha voluto vedere da ogni prospettiva, ascoltare ogni opinione, valutare dove e come mi sentivo più vicino. Impossibile trovare qualcuno o qualche tematica che possa esprimere ciò che sentivo al momento, visto che spesso al risveglio l’idea era già migliorata, non cambiata, ma ulteriormente arricchita, in continua evoluzione, in continua crescita. La stessa crescita che attraverso anche ora, in cui c’è un baratro di fronte a me, in ognuna delle direzioni che io possa osservare con il prosciutto davanti agli occhi.
Già, eppure coprire gli occhi, proteggerli dalla luce accecante, rivela la nostra debole perfezione, compreso che possiamo vivere in un determinato range fintanto che non siamo capaci di allargarlo, ma per farlo ne dobbiamo avere coscienza, capacità, e questa deriva dall’esperienza interiore, non arriva come il livello di reiki, il riciclaggio energetico, se ben fatto. Accendo la luce in una stanza buia, un fioca luce, è vero, ma nell’attesa di potenziarla, cerco di ricordarmi che la cosa più importante è mantenerla accesa.