Difficile concepire qualcosa di propositivo oggi. Eppure mi tocca. Di solito mi aggancio a qualcosa di recentemente successo per approfondire i significati, i simboli, le sincronie. Dall’ultima volta che ho scritto qualcosa qui, sono passati circa 15 lunghissimi giorni, pregni di esperienza e sofferenza. Oggi rifletto sul significato esoterico del Natale, per cui ho anche divulgato il verbo. Rinascita, passaggio dal buio alla luce, illuminazione dei lati oscuri, e chi più ne ha più ne metta. La parte più interessante è quella corrispondente alla corrispondenza con il solstizio, o anche il giorno di Santa Lucia, il ripartire. Oggi mi ritrovo a ripartire con una penalità in classifica. Neanche si trattasse di calcioscommesse o calciopoli. Materialmente è il momento più difficile della mia vita. Ho perso anche il sonno. E proprio mio zio qualche giorno fa mi ha fatto sincronicamente riflettere sul Dio Denaro e sui risvolti che può “stirare” nelle menti umane. E proprio quel Dio potrebbe farmi rinunciare e abdicare al trono su cui siedo. Un trono instabile, ma apparentemente solido perché da me costruito.
La riflessione scontata e spontanea è quella legata all’interrrogarmi su cosa sono stato capace di costruire. Quanto è stabile ciò che ho creato. Quanto sia solido ciò che ho messo in piedi. Oggi tutte le risposte sono negative, ed il tenore del mio umore, esattamente come la fierezza della mia forza fisica sono carenti. E’ esattamente come per il passaggio nella curva discendente dello yuga in cui ci troviamo verso il nuovo che avanza, la discesa porta talmente giù che potrei affogare nel mare della mia tristezza. E la mancanza di materia mi rende ancora più debole, nell’incertezza di non farcela, cosa che coinvolge non solo me, ma anche le persone che amo. Ho beneficiato fino a ieri del supporto di due sponsor, di cui uno è gravemente ferito, l’altro è da pochissimo morto. Mi manca un pezzo di madre, mi manca da morire. E morire sarebbe il male minore, se non fosse per il danno che potrei arrecare alle situazioni ed alle anime collegate a quel poco che faccio, che sono, nonostante non abbia combinato nulla di materialmente stabile in vita mia.
Rincorro una lepre irraggiungibile da ormai troppo tempo. Mi sarei anche stancato di correre, ed il mio corpo me lo sta mostrando già prima di quanto i miei pensieri ed il mio sentire possano intercettarlo.
Domani andrà meglio, lo spero, mi piacerebbe tanto.