Chi sono io?
Chi sono io veramente? Sono forse tutto ciò che penso di essere, o mi hanno insegnato, quello in cui mi sono programmato o mi sono convinto, quello che il mio passato mi ha insegnato relativamente al futuro, quello che il mio ristretto campo di visione ha generato, ecc. ecc….
A rincarare la dose c’è la mia idea che ho sul mondo. In particolare le opinioni che io ho. Le opinioni che rendono le cose altre cose. Le opinioni mi impediscono di vedere ciò che è, semplicemente per quello che è. Già dare un nome ad un oggetto, già osservato o meno, ne proietta un altro che è privo della sua vera essenza. Per non parlare delle opinioni e delle idee, di natura prettamente educativa, religiosa, tramandata, che indicano cosa è l’amore. Come dovrebbe essere e quale vincolo o traguardo comporterebbe.
Dedicato con tutto il cuore ed in assoluta verità, a coloro ai quali, quei traguardi dopo averli raggiunti sono stati portati via.
In questo momento non c’è cosa più importante dell’identità. E non parlo di Giacomo, che esprime una restrizione onomatopeica. Parlo della mia anima e di ciò che mi sta proponendo, osservando però se la mia reazione è all’altezza o meno. Quando dico “Io”, a chi o cosa mi sto riferendo? E soprattutto, ne sono cosciente? Il modo in cui “certe cose andrebbero fatte”, è forse anch’esso un vincolo? Stai a vedere che il mio essere scontento anche stavolta non dipende dalle azioni di un’altro o da un’evento esterno!
Spesso il vincolo è quello che incatena. Sciogliendo il vincolo ti liberi. Ed io in questo momento ho bisogno di lasciare andare totalmente, completamente, e senza paura, la mente. Solo così potrò prendere per mano la mia anima e farmi sussurrare i segreti che ci sono fra lei e Dio, nel cristallo centrale del nucleo energetico. Non posso promettere a mia madre o mio figlio che ci sarò per sempre, figurarsi qualunque altra promessa, altro evento da disattendere.
Sentire o meno la mancanza e dover renderne conto come di un crimine. Amare, operare, comportarsi secondo aspettativa, secondo regola, secondo opinione appunto. Sto abbattendo tutte le mie opinioni. Ne ho estremo diritto come l’hanno gli altri di mantenerle. Sarebbe meraviglioso se il lettore potesse assaporare il senso di leggerezza provato nell’abbandonarle. Ma sono scelte. Ed io scelgo per me, non perché mi sia stato imposto, ma perché mi rimane come ultima strada. Qui non si tratta di imporre agli altri nuove regole, non temo più la solitudine esattamente come la morte, scelgo di non sottostare. E di non soffrire o far soffrire emozioni depotenzianti, quelle che mi allontanano da ciò che sono veramente e mi portano verso ciò che si dice che io sia.
Trascendo. Voce del verbo trascendere. Sorpassare il limite di conoscenza della realtà. E per trascendere la mente da tutti i depotenziamenti voglio usare i quattro nomi divini trascendentali: l’essere, l’unità, la verità, il bene. Non sono quattro termini da dizionario. Sono quattro stati trascesi, quattro stati alterati in cui la mente è staccata e si viaggia con la coscienza. Un lavoro duro, lungo, faticoso, ma di quelli che ti danno l’entusiasmo e non vedi l’ora di iniziare.
La mia coscienza mi dice di amare. Ancora.
Ma sarò ineducato, privo di opinione, non sottomesso a quelle altrui, già da tempo non pretendo nulla da nessuno.
Sarò Onesto, per il fine, o il termine, cioè per ritornare al Padre, per la diritta via, la via della luce, l’unica disponibile, l’unica vera, l’unica positiva.