Dopo aver inutilmente provato a scoprire la complessa interezza della nostra reale Identità, ecco forse più semplice ottenere lungo il percorso della vita risposte relative allo Scopo. Cosa ci facciamo qui. Quale compito e quale ruolo abbiamo? Anche i compiti possono variare in base all’esperienza, all’età, alla relativa maturità, ed a ciò che siamo in quel preciso momento. Pur non sapendo di essere, a seconda di ciò che siamo possiamo avere ruoli e mansioni specifiche che variano con la nostra, a volte giustamente sconosciuta, identità. Questo è forse un aiuto nell’esplorare la nostra natura, ciò che siamo, e per cui non vi è risposta, almeno apparentemente. Ma sempre per un valido motivo.

Quale scopo abbiamo che non corrisponda ad uno schema, un desiderio, una paura, o un senso di colpa? E già qui si può eliminare tanto di ciò che fa parte dell’esperienza di ognuno di noi. Ed in ogni caso, ogni periodo orientato da queste dinamiche è stato accrescitivo e formativo della susseguente maturità. Gli scopi solitamente vanno in rima con la Coerenza. Sottoinsieme dell’ancor più grande Verità. Assodato che questa non è il semplice contrario della bugia, ma la linea centrale dello stato Presente, lontano da passato e futuro, giudizio ed emozioni depotenzianti, capire il ruolo della nostra vita risulta apparentemente confuso. Ci sono, come già detto e da più parti ampiamente scritto, ruoli nefasti ma ricchi di coerenza, ciò che alcuni di noi considerano “il male” esercitato però da individui che sono lì esattamente per quello, dura legge della natura, umana, animale, esoterica e vibrazionale. Si vedano i ruoli necessari dei mezzosangue nel film Constantine, uno dei film-terapici per eccellenza.

In un particolare percorso interiore intrapreso, ho dedotto e ricevuto nella ”trasformazione” il ruolo e scopo di questo periodo della mia vita, per cui però trasformare l’acqua in vino non risulta coerente con questa vocazione. Umorismo a parte, ma non lontano da ciò che ho passato anche perché la brama ed il desiderio di potere sono vene depotenzianti che hanno sempre fatto parte della parte oscura della mia personalità. Difatti, tornando sulla coerenza, ma dal lato ”sbagliato” del fiume della vita, chi ha potere davvero non vive certo nel desiderio, così come succede nel flusso economico. Allo stesso modo del ciò che sei avrai buddhista, rimane da imparare con le buone o con le cattive cosa è la Verità, nella sua piccola parte di vita materiale ed interiore appartenente alla propria Coerenza, per un’identità pura, qualunque essa sia, imparando a rispettarla, senza ambire ad essere o fare ciò che ammiriamo piuttosto che ciò al momento possiamo, semplicemente ciò che già abbiamo nel piatto. Ma a volte lo sguardo è rivolta spesso al piatto altrui, piuttosto che al proprio.

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