Curioso Natale questo. Per tutti dovrei essere già depresso dall’allineamento planetario prenatalizio, in realtà il timore lo covavo anche io, eppure mi sembra di essere più tranquillo di altre volte, di altre feste, di altri inverni. E’ forse l’inverno della vita che mi spegne, ok meglio, spegneva, anziché entrare in “dimora”, riposare per germinare, cosa che probabilmente ho sempre fatto. Senza saperlo, considerarlo, apprezzarlo. Quest’anno, questa volta ci sono nuovi dubbi, quelli per cui non sono certo di stare facendo “abbastanza bene”, in tale modo che la mia ultima opportunità sia davvero sfruttata, anziché continuare a temporeggiare.
Ma volevo davvero parlare di questo? Campo alle Comete, Stupore. Il nome del rosso Bolgheri doc del 2022 che sto sorseggiando. Stupore è legato alla sensazione provata di fronte ai sentori delle more, delle bacche, dell’ortica strappata, della linfa che scorre nelle colture immediatamente vicina a quelle vigne, nell’acqua termale che irrora quelle campagne e ne arricchisce la terra di nuovi e profondi sali minerali, riportando in superficie il sale della terra. La stessa cosa avviene così come per i vini toscani anche per alcune cantine venete dove numerose sorgenti fanno la loro parte…
Mi sono trovato spesso nell’esprimere alcune mie preferenze, constatare che in quella cantina, (Bolgheri cit.), ogni volta che qualcuno piscia dentro una damigiana esce un brunello, giovane e fruttato.
Ma probabilmente la trasformazione dell’alcol in spirito non era nemmeno questo l’argomento da trattare.
Sono solo contento di aver passato questi due giorni di festa effettuando dure scelte ma assaporando calma e serenità, amore e dilatazione del tempo, come una condizione da sostanza stupefacente che amplifica e dilata il tempo, il pensiero, le sensazioni, la musica, il ragionamento, ogni cosa che senti, con le orecchie interne e quelle esterne. Capolavoro di improvvisazione jazz natalizia, in cui la costruzione del rumore rispecchia regole che si sposano con il mio gusto, fino ad assaporare il virtuosismo reale della musica. In più i quattro cerchi della mia nuova auto del 2007, uniti ai suoi 140 cavalli bradi, che spingono ogni volta con maggiore fervore, mi sono oggetto di regalo che nemmeno sapevo di poter ricevere.

Se una cosa ama, è infinita. Questa la citazione che ho scelto di inserire negli auguri natalizi della nostra atttività. Anche se altre due mi avevano tentato, sebbene molto fuorvianti e fuori dallo schema.
“Quest’anno ai miei figli ho deciso di regalare un set di batterie con un biglietto che specificava: – giocattoli non inclusi.- “ Ed inoltre, “Natale è il momento in cui scopri i veri valori del cristianesimo: corruzione, menzogna,…” Sarebbero state sicuramente citazioni molto più ad effetto, sebbene legate al desiderio interiore simile a quello del novax che vuole che tutti sappiano qual è la verità. Ma quale è l’assoluta verità? Se non quella dell’amore?
Ma è proprio questo amore che nutre di infinito il tempo, lo spazio, ogni cosa stessa, ogni azione, nutre l’amore stesso. Sarò sicuramente fuori strada, anche se mi è dolce naufragare in questo viale, che come ogni strada, sebben più lunga, porta alla Roma designata, chissà che per me lo sia nel cammino che ho intrapreso.

Alcune illustrazioni qui presenti rispecchiano come noi siamo capaci di intendere e volere a seconda del punto di vista, a seconda dell’influenza mentale, a seconda di come la mente voglia indirizzare lo sguardo e l’interpretazione che gli occhi presentano.


Se una cosa ama, è infinita. Lo ripeto, perché diversi segni in questi due giorni mi hanno fatto rendere conto di quanto sia davvero così, come un assioma fondamentale, legato anche a ciò che proprio questa settimana sto approfondendo. Una persona che non c’è più, e che senti vicino, è infinita. Solo per chi ama veramente i cani: l’amore che se ne riceve, è impareggiabile insegnamento di quell’amore universale a cui dobbiamo ispirarci, come il loro modo di essere crudelmente onesti nelle loro azioni e reazioni, non selettive come usualmente accade per noi, ma occasionali e irrazionali alla nostra statistica, eppure così giusti, umili, onesti, veri, loro amano, e sono infiniti. E non è un caso che questa frase reciti nella parola “cosa”, un freno particolare per la nostra mente. Una cosa che ama, è espressione di qualunque cosa, chiunque, una vita materiale umana, una forma di vita biologica o quello che erroneamente chiamiamo oggettivamente inanimato come le rocce, le montagne, oltre ai maestri Alberi, fiori e piante. Fino alla generazione di vita che è alimentata dai nostri dei, il sole e la luna, elementi vivi, quali il vento che genera le varietà uniche del nostro territorio, eppure c’è chi chiama il vento, o il sole, “una cosa”. C’è chi pensa ad una roccia o ad un fiume come “una cosa”. Eppure quella cosa ama, molto meglio e più di noi poveri umani divisi, e quindi quella cosa è infinita. Che grande insegnamento ancora una volta abbiamo a portata di mano, senza vedere, tipica nostra imperfezione di vista influenzata ed ostruita dalla mente stessa.

Probabilmente il segreto, occulto, esoterico, ed evidente, è amare, ogni cosa, a partire dalla propria vita, opportunità da onorare e rispettare, al di là di ogni intrusione e distrazione esterna, amare indistintamente ogni forma di vita e di apparente non vita, in realtà vita pura, amore infinito. Amare senza spostarsi o “fare”, amare senza mostrare, amarsi per essere capaci di amare. Amare e restare, sempre e per sempre, come la splendida canzone di De Gregori che sta attraversando casualmente le mie orecchie ed il mio cuore in questo momento. “Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai”.

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