Scrivevo due righe sui social in settimana, proprio venerdì, di fronte allo spettacolo messo in scena dalla natura quando ti regala una giornata di quel tipo. L’immensa fortuna di essere nato e di poter abitare ad un passo dal mare è completa di fronte ad uno spettacolo del gernere.
Ci sono soli, mari, brezze che capitano nella perfetta concomitanza solo poche volte in un anno, ed è una fortuna godersele dal vivo, magarti anche facendosi sorprendere.
Chiaramente le pochissime parole scritte lasciavano spazio durante il giorno restante alle infinite prose e ai dettagli scenografici ed emotivi che avevo dimenticato di scrivere.
Questi cieli e questi mari si fanno attendere per interminabili mesi, a volte anni. A volte li immagini, o li apprezzi sapendo di non fruirli al massimo, quando sei alla finestra o al lavoro, oppure sei lontano dal “tuo” mare.
Quel sereno scontato mai scontato. Quei cieli puliti e azzurri che ti portano al mare anche se non ci sei.
I colori. Che splendido omaggio alla vista. Il capolavoro cromatico assimilabile all’immensità delle corrispondenti sette note musicali.
Il celeste ed il blu che agiscono contro la propria volontà stabilendo immediatamente la calma che serve. Lo spettacolo scenografico del mare e del cielo che si uniscono e distaccano, regalando acquamarine, turchesi e crisocolle, azzurriti e larimar.
Il mare. Quale inestimabile motore di vita.
Il moto del mare nei suoi cicli, lunari e terrestri, le sue caratteristiche di spazio e profondità. Di oscuro e sconosciuto, ma talmente affascinante da spingere al proprio interno, esteso universo sconosciuto proprio sotto i nostri occhi. Il mare che accosta quel cielo fermo e impassibile, pronto a regalare quella bonaccia meravigliosa. Il mare che dà e che toglie, ed in questo caso regala tanto, permettendo attivamente ma anche inconsciamente il lasciare andare facendosi baciare.
Il sole. Re indiscusso della vita.
Sole che irradia di energia e accende le tonalità mai uguali da solstizio, rari eventi di bagliore e saturazione. Pura energia che spinge, nutre, accende, illumina, e mette in moto ogni meccanismo di questo pianeta. Un autentico Dio.
Aria, vita da respirare.
Poi ci si mette anche il vento, intenso, dolce o pressante, a spingere e spargere la sabbia e gli aromi che solo un’estate può ricordare. Aria, brezza, vento, carezze o spinte per accompagnarci, indirizzarci, contrastarci, come un maestro che impartisce.
E queste energie gratuite si mettono insieme nella scenografia del cuore. Una condizione impagabile che ci sovrasta nella sua capacità di presentarsi senza promessa o tornaconto. E’ un dono, che si manifesta soprattutto a chi sa vederlo, riconoscerlo, apprezzarlo. Nel campo della gratitudine impariamo a ringraziare per ciò che si presenta dopo giusta attesa, o meglio quando l’attesa è sospesa o assente. Tipico esempio dell’aspettativa e dei pregi derivanti dalla sua astensione. Un sereno che acquieta l’anima per le tempeste passate e prepara a quelle future.
In questo caso la poesia è inutile, o le belle parole sono esigue di fronte alla potenza di ciò che la natura riesce a mettere insieme. Vale veramente la pena resistere per ricevere un dono di questo tipo.