Mani calde, mani salde, mani forti.
Ampie mani, dolci mani, chiare mani per chi ne ha vista.
Le mani sono tutto, identificano l’anima,
le intenzioni, il ruolo, lo scopo.
La forma. La lunghezza, l’ampiezza.
Il ruolo. E’ tutto, magnifico.
Le mani buone, non visibili,
rappresentano il fare senza pensare,
l’amore che si da senza volere,
il nutrimento che si da senza appartenere.
Le mani fatate sono un rischio, unico e impensabile,
frutto del pensiero ma anche del suo inimmaginabile,
frutto del potere ma anche del destino,
capacità del cuore di esserti così dolcemente vicino.
Le mani raccontano di chi eri, di chi saresti,
allorché spoglio di quelle maschere e vesti,
proporresti unica la via oltre la siepe,
per gradir dell’altro la sua unica vece.
E ancora le mani nelle mie mani, sentendole uniche,
riconosco anima delle mie provvide pareti telluriche,
che della scossa misurano ogni oscillazione,
maestro perfetto della sua unica condivisione.
Le mani rivelano chi sei, maestro, troll o angelo, Unico,
virtù ereditata dal karmico onore esatto. Provvido.
Sarai improvvisata ma di colore carpiato e amato come spirito libero,
sebbene unico amore invisibile agli occhi che il cielo scorgono.
Sei come le tue mani dicono, fini e lunghe, magre e appuntite,
quindi amorevoli, pungenti, docili e di quell’amor estinte.


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