Questa volta è il “chi” del mio rene a spiegarmi la lezione. Anche sogni premonitori legati alla fine del ciclo e alla dinamica per cui mi viene mostrato ciò che ero e per tutti quelli che ho intorno la cosa rappresenta il presente. Eppure mi sto arrampicando sullo specchio che riflette l’immagine di me pulita dalle oscurità delle vite passate. E la cosa non è né certificata né smentita. Va solo appresa. Apprendo che la mia caratteristica mi riporta e mi ricorda cosa potevo essere, sia in un ambito che in un tempo parallelo, al passo con il tempo che fu. Il problema è energetico. Vibrazionale. E tra l’altro sconosciuto. Cosa vuol dire? Vuol dire che oggi io sia ad un livello talmente basso e difficile da misurare che mi pronuncio diversamente solo per la distrazione che ciò mi concede. Eppure se approfondisco la dinamica mi rendo conto che esattamente come in questo momento, in cui la cucina può preparare il piatto indigesto, può servire anche la soluzione per cambiare per sempre.

Già. Ma di che soluzione si tratta? E soprattutto, perché non la si vede? Ogni tipo di suggerimento rassomiglierebbe a ipotetiche mire da controllo, da conquista, da memoria, da arricchimento di ego. E già di ego bisognerebbe non parlarne proprio, visto che è il meccanismo di distrazione numero uno in assoluto, specialmente in questo momento, per chi è ufficialmente sano di mente. Ma anche qui, sulla sanità mentale, meglio non pronunciarsi ne nomenclare, per evitare di incappare in classifiche e classifismi, per cui l’appartenenza potrebbe contare come affezione o identificazione.

Questa volta sto per morire davvero. Sembrerebbe proprio così. Poi ce le giochiamo tutte, i segni sono davvero univoci, lo specchio di ciò che ho intorno è proprio un 21, come nel sogno, la mia parte femminile, ammalata, non riesce a sostenere la mancanza di quel maschile che vaga vacante da 49 anni.
Sto giocando cabalisticamente questo 21 giugno terminale con l’ultimissima possibilità a disposizione. Questo non è determinato da eventuali azioni o colpe, magari semplicemente da un fine corsa, predeterminato, oppure dalla dinamica per cui dopo determinate scelte il tempo è scaduto, come allungare la scadenza grazie ai bonus raggiunti. Ed in questo caso non ne ho vinti più.
E’ un periodo particolarmente duro e difficile. Dovunque io guardi vedo fine o termine. Eppure c’è una parte che mi mostra una via ancora da percorrere. E’ forse la quantistica applicata delle infinite possibilità. Domani si può ancora cambiare tutto. Basta solo svegliarsi. Svegliarsi ancora domani. Un ennesimo miracolo, di cui ringraziare, cosa che da tanto tempo non faccio.

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