Cosa sta succedendo in questi giorni? Deviazioni climatiche a parte, come al solito sembra ieri che ci si poteva immergere in una piscina, un fiume o in uno dei nostri mari, per rinfrescarsi un po’… Deviazioni climatiche, perché questo “tempo”, sembra fatto apposta per spegnere ogni tipo di spinta vitale. Resistere e avanzare, andando avanti come per inerzia o abitudine. Sono in fiera a Carrara, e il mio spazio espositivo, probabilmente il meglio riuscito degli ultimi anni, sia da un punto di vista estetico che funzionale, risente di diversi fattori. Questa volta il dinamismo meccanico della posizione in se per se non conta, trovandomi quasi nella bocca del leone. Le recenti alluvioni, e le pioggie ininterrotte che devono stendere l’economia e la forza italiana, colpiscono e rincorrono da più parti il mio lavoro, pur non riuscendo a distruggerlo. E conosco persone che lo hanno perso o compromesso. Le recenti allerte hanno dimezzato il quantitativo di pubblico che solitamente visita questi padiglioni, luogo di nascita e tappa storica del festival dell’oriente. Un luogo ed uno spazio dove si dividono diverse sorti e altrettante specie. Circondato da inevitabili relazioni legate al “mors tua vita mea”, ho intorno a me simpatici fanti e cavalli che senza re e senza settebello tentano la briscola nei confronti di ogni altra persona, senza distinzione di colpi, senza colpo appunto ferire, come se ciò fosse puramente naturale. Il superiore divide et impera è entrato nel meccanismo come una finestra di hoverton può mostrare il panorama. La matrix è a pieno regime e mi rendo conto che la “pausa estiva”, rimane il loro ultimo baluardo da stendere. E ci stanno riuscendo. Pian piano. Il lavoro iniziato dal 2020 si sta consolidando in forme che oggi considero inevitabili scenari. Scenari intermedi e non finali. E questo è proprio ciò che mi lascia più attonito. Al peggio non vi è mai fine, si dice, per non citare i teoremi di Murphy, o meglio ancora, “la fattoria degli animali”, o altri libri anticipatori di questi tempi. Anche ne I Simpson si divertono a prenderci per il culo. Questa notte mi sono svegliato alle 5 per l’ennesima spinta dell’innocua cagnolina, ma i troppi pensieri e l’incertezza di tutta questa situazione in cui attendo di scendere in campo, sapendo che per almeno 10 dinamiche diverse posso fallire o avere gravi problemi, mi ha lasciato sveglio fino alle 8. Poi credo di avere dormito un’altra ora, e stranamente ho fatto anche un bel sogno. Nel silenzio di quella situazione in cui non potevo muovermi ne fare rumore, avevo bisogno di calmarmi, perché l’agitazione mentale, emotiva e digestiva non mi faceva sentire un granché bene. Quindi mi sono messo a guardare alcuni video che l’algoritmo sceglie per me sul social, senza volume, ed ho censito le caratteristiche di questi video come specchio della mia realtà.
Nella mia realtà vi è un frullato di ingredienti davvero eterogenei, una dualità fortemente spostata verso il fastidio, la paura, la violenza e gli altri veleni, tanto da inclinare quell’equilibrio sulle mie ombre oscure, in questo momento in vantaggio su quelle luminose. Porgi l’altra guancia, ovvero “fammi vedere l’altra tua faccia”, ma il ciclo della contrapposizione in questo momento sta durando troppo tempo. Già. Quel tempo che non esiste in relazione alla sua misurazione ma alla nostra percezione. Quel tempo che non scorre lieto, ma che rallenta in maniera proporzionale alla tristezza e ad altre preoccupazioni o dinamiche poco simpatiche. L’estate, un momento che reputo indispensabile e del quale non avrei mai abbastanza, è volata, costellata da gravi dolori e scontri. Dall’alto, ma non dei cieli, si anticipava un periodo tra i più caldi degli ultimi xx anni, cosa irreale se non evidente, eppure a ruota ho sentito malessere e sconforto intorno a me, seppur conscio della funzione solare estiva e del suo simbolismo. Oltre che del suo scopo. Il sole è il Dio di questo pianeta, un elemento di energia maschile che, esattamente come Shiva o altre ipotetiche divinità supreme, pone la sua verga iniziatica penetrando e coprendo la sfera, il femminile, fecondandolo. Esattamente come in natura e nella vita, la fecondità è sinonimo di bellezza, e sfido chiunque a non appurarlo ammirando una donna incinta. Questo sole che scalda, che accende, riaccende la vita in ogni sua parte nascosta o in letargo. E vi sono dei cicli che una volta rispettati, rendono la vita stessa migliore. E’ noto che una stagione nefasta renda un vino peggiore e di più alto costo. Così anche per altre forme di vita vegetali, animali, ed anche la nostra. I due recenti anni bisestili sono stati, ed uno ancora lo è fortemente in corsa, pregni di cataclismi, sia metereologici, che dinamici, dinamiche appunto di vita materiale, emotiva, ma anche animica. Proprio in alcuni di quei video mi sono reso conto di come questa mancanza di energia vitale abbia ampliato le ombre oscure di questa umanità, in cui questo mondo rovesciato non ha confine nella follia. La follia con cui le persone oggi compiono atti, azioni ed atteggiamenti fuori dal comune senso del pudore o da canoni di umile rispetto reciproco. Rabbia, futilità, invidia, disprezzo, e chi più ne ha più ne metta, non hanno a mio avviso un controvalore a me visibile di una corretta duale situazione in equilibrio. In parole forse più semplici, data la mia contorta fase espositiva, ognuno di noi ha due lati, possiamo essere tanto buoni quanto cattivi. Nessuno escluso. E su questo non ci si pone dubbio. L’importante è da una parte “a quale lato di noi si da più foraggio” e dall’altra “l’intenzione di amore che vi è dietro ogni azione”, anche le peggiori. Oltre alla classica considerazione che tutto serve, e se qualcosa c’è, va utilizzato. Mi trovo quindi a riscrivere nuovamente la frase che non imparo correttamente a memoria al punto di rimanere neutro, per cui “come posso utilizzare questa situazione non favorevole in mio favore?” E questo favore deve essere evolutivo, accrescitivo, senza calpestare il prossimo tuo, nel mal comune che i miei occhi osservano circondarmi. L’altro giorno ho espresso una riflessione sullo scopo di queste nostre vite. Nel dare Amore riusciamo a salvarci dal peccato originale, che abbiamo ereditato come una penalità in classifica che ci sproni a fare il nostro meglio. Ma anche il concetto di Amore e le modalità della sua distribuzione possono essere oggetto di duale dibattito. L’azione selettiva è utile solo se neutrale. In ogni caso, pensare, sentire, ascoltare, sono dinamiche ben diverse dal momento che la mente “mente”, il cuore ispira, l’anima comanda.
Il mio furgone nuovo ha la frizione da rifare, dopo meno di 2500 km. Sarò in giro ancora due settimane e non so se mi lascerà a piedi da un momento all’altro. Non sapere di avere una soluzione è solitamente ciò che mi infastidisce di più. Ma una soluzione c’è sempre, anche quando non sembra. Ho tre giorni di fiera, poi devo smontare, ricaricare, ripartire per la prossima città e scaricare e riallestire, immediatamente prima di altri tre giorni di fiera. E fra due giorni parte tutto questo tran tran. In un momento qualsiasi potrebbe lasciarmi a piedi, e diversi deterrenti fanno sì che io non riesca materialmente ad avere una soluzione per ogni momento possibile. Vi è anche la possibiltà che io riesca a rientrare sano e salvo. In questa dinamica il lavoro e la sua riuscita passano in secondo piano. Proprio in un momento come questo in cui mi trovo nella mancanza, ed infatti il padiglione fieristico in cui mi trovo fa acqua, e la fa anche materialmente proprio all’interno del mio stand.
La persona che mi fa da padre da circa 43 anni non sta bene, da tempo, ed è come un cristallo, forte ma fragile, per la vita che fa, proprio come alcuni dei miei denti che spesso mi fanno soffrire. Ed esattamente allo stesso modo, la base su cui poggiano si indebolisce ogni volta che lo stress raggiunge livelli superiori alla media. Ultimamente molto, molto spesso. In tutto questo mi salva la mia voglia di Essere e Dare Amore, offuscata da questo cielo plumbeo e da queste pioggie ininterrotte ed interminabili che mai ho amato. Quel sole caldo che mi alimenta e rende facile il mio compito è nascosto e devo trovare il modo di accenderlo dentro, altrimenti il mio punto debole si ammalerà. Economicamente rincorro una lepre che non agguanto mai, seppur continuo sempre a vederla e seguirla, non sbagliando probabilmente strada. E’ tutto, ancora una volta legato ad un filo sottile, e non è un destino questo, è ciò che l’anima comanda per me, perché devo imparare qualcosa che ancora non ho capito. Ed ogni segno, ogni evento, ogni difficoltà, sono aiuti affinché io possa capire cosa posso fare ancora meglio di così. Due volte al pronto soccorso in un mese, eppure il braccio non è completamente guarito, e dalla seconda volta mi sono reso conto di come io non sia fuori pericolo dal ricevere un’altra freccia alla mia “visione”. Inevitabilmente devo vivere una difficoltà. Che reputo poi non così estrema, se proprio voglio guardarmi intorno. Nella mia famiglia vi è una situazione simile, in cui a partire da mia mamma estremi sacrifici si alternano a ennesima incoscienza. Situazioni di dipendenze pendono su minori che a loro volta sono figli di questi ultimi quattro anni di disagio mentale e dissonanza cognitiva.
Probabilmente, sicuramente, sto guardando solo il lato sbagliato di tutto. Nel porgere l’altra guancia mi sono fermato, e non più girato. Nello sforzarmi di re-iniziare a vedere tutto ciò che di positivo posseggo o dispongo, vi è la soluzione per ripartire. Anche perché siamo ancora ad ottobre, e solitamente il mio momento di crisi è più facilmente coincidente con il compleanno, a febbraio. Ma ci sta anche, che entrando nell’ascendente, si verifichi la stessa cosa in questo periodo, come un inizio, lungo, che sta durando parecchio.
Per ora mi fermo qui, ma devo andare avanti, coscientemente.