Ero nato in una casa di cui non ricordo quasi nulla. Poi ci siamo trasferiti nella casa dei nonni di cui ho fieri ricordi. Quando poi mia madre mi ha portato via con sé per farsi una famiglia siamo stati fino in 5 in una casetta di circa 40/50 metri, con estremo sacrificio dei miei genitori, per darci i nostri spazi.
Poi nell’anno del titolo, siamo arrivati qui. Qui dove ora devo lasciare e lo strappo è immenso. Questo luogo ha vissuto diverse magie, dolori, climi e sensazioni. Erano gli anni del Cocoricò, della Guinness, l‘eclissi di sole, la riviera folle ed omicida, le stagioni estive con 14 ore di lavoro, amore e tradimento, superbia, ignoranza, poi l’università, quasi subito, e del mio lungo ed ancora incompleto imparare a vivere. Già, non ero minimamente capace.
Oggi lascio questo luogo, per una serie fortunata di alternative, ma trattandosi questo della mia principale alternativa, nido, nascondiglio, base, oggi la perdo. Così come succede per i miei genitori, che alla loro età devono ripartire, trattenere le lacrime, il senso di colpa, gli errori che oggi il pudore può nascondere ma che pesano. Pesano parecchio. Questa grande casa è costata loro fatica e sudore, e mi era stato regalato uno spazio che sebbene potessi, non ho ma saputo se lo meritassi.
Per dirla alla toscana, noi si paga l’irresponsabilità, una linea di tendenza che fa parte anche di me. Come buttare una carta a terra, sapendo che prima o poi solo quella o una catasta ne dovrai raccogliere. E come mi è stato giustamente ricordato stamattina, la vita ti presenta il conto.
Oggi lascio questo luogo.
Ho fatto il meglio che ho potuto
e non so quale segno di punteggiatura lasciare al termine della sopraindicata frase. Che sia una virgola, un punto fermo o interrogativo, rimarrà sempre il dubbio, perché gli errori si pagano e perdere la radice, sognando di calpestare a piedi nudi il sangue, passare sopra alla perdita da possibile rinnovamento, o possibile fine, è sicuramente un’esperienza che rafforza le mie presunte qualità.
Anche se ancora deludo e mi deludo.